L’ad del gruppo: il primo problema da affrontare è quello dell’energia pulita
«Stellantis sarà pronta a rispettare la scadenza del 2035, ma le decisioni dell’Unione Europea andavano prese prima, magari nel 2014 o nel 2015». Si toglie un sassolino, Carlo Tavares, rispondendo alle domande del pubblico durante il Freedom Mobility Forum. Il forum riunisce esperti del mondo imprenditoriale, del clima, della società civile, del mondo del lavoro e del dialogo sociale per discutere su fatti, sfide e soluzioni per garantire a tutti la libertà di movimento nel contesto del cambiamento climatico e di un mondo decarbonizzato.
L’amministratore delegato del gruppo automotive nato dalla fusione fra Fca e Psa non rinuncia a bacchettare la Ue: «Il settore sta dimostrando di poter raggiungere l’obiettivo della carbon neutrality, ma l’approccio non deve essere dogmatico. Non ci può essere una soluzione uguale per tutti».
Invece, fa notare il manager portoghese, si impone una tecnologica unica al posto di una competizione salutare per tutti. «Quella richiesta è una trasformazione profonda del settore che avrà un grande impatto e che avrebbe bisogno anche di una trasformazione dell’ecosistema che ruota intorno al settore». Tavares evidenzia i possibili problemi legati all’elettrificazione “forzata”, come quello della carenza di materie prime per la realizzazione di tutte le batterie richieste dalla rivoluzione Ue. «E come ho detto in una conversazione con un politico europeo – sogghigna – neppure i Parlamenti possono sconfiggere la fisica».
Come molti osservatori vanno inutilmente ripetendo da tempo, per poter effettivamente risolvere il problema della mobilità a zero emissioni, c’è da affrontare il tema della produzione di energia pulita. «Il problema dell’energia pulita – insiste Tavares – è il primo da affrontare. Senza non si risolve la questione emissioni. L’industria dell’auto attraversa un periodo di profonde trasformazioni. L’elettrificazione non risolverà tutti i problemi. Anche all’interno dello stesso Paese possono essere necessarie soluzioni diverse a seconda delle aree. E non c’è una soluzione adatta a ogni esigenza. Peraltro, molte delle soluzioni che sono state avanzate non sono pratiche, ma ispirate a un’utopia».
Che ci sia un confronto fra Nord e Sud del mondo, ma anche nella stessa Europa, su questi temi è innegabile. «In Portogallo dove io vivo – taglia corto – la visione e le soluzioni possibili sono differenti rispetto a Parigi».
Ciò detto, anche avendo una mobilità pulita e sicura, la grande sfida per le case automobilistiche è quella dell’accessibilità, che al momento non esiste perché le materie prime che servono per produrre le batterie per le auto elettriche sono scarse e costose. La scarsità delle materie prime, la frammentazione del mondo e le diverse regolamentazioni possono avere un impatto sui costi delle materie prime, spiega l’ad di Stellantis. Tavares fa l’esempio del litio, che serve per produrre le batterie. «E’ difficile proteggere l’accessibilità a queste materie prime e alla mobilità sostenibile, anche perché per sostituire il parco auto mondiale di 1,3 miliardi di unità con mezzi puliti, non sappiamo se c’è tutto il litio che serve. Considerando anche dove sono concentrate le miniere di litio, questo potrebbe creare altre questioni geopolitiche».
C’è il fatto che sulle batterie ci sono ancora tanti studi in corso e le materie prime che servono a produrle potrebbero cambiare. «Non sappiamo quali saranno tra 10 anni. E non sappiamo ancora quali saranno i materiali che ci serviranno. Le ricerche sono all’inizio». Magra consolazione.